Villa Carrer

 

Piazza G. Matteotti 44, località Contarina, Porto Viro, Rovigo

Si arriva alla villa Ca’ Carrer dal centro di Contarina (Porto Viro), proseguendo per via Contarini, fino ad arrivare al Ponte della Romea. Prima del sottopassaggio si vede sulla sinistra la villa.

L’Hotel Villa Carrer è aperto al pubblico

Certamente quest’edificio, che oggi ospita l’Hotel “Villa Carrer”, è sotto il profilo formale tra le più significative opere architettoniche del Bassopolesine. Il bell’edificio neoclassico presenta la facciata principale verso il Po, e lì è ubicato l’accesso all’attuale struttura alberghiera, che poggia su un colonnato dorico che per ritmo tra le aperture e le colonne ricorda palazzo Massimo alle Colonne a Roma. Un pesante architrave marca lo spazio tra il piano terreno e quello nobile dominato da una loggia di ordine ionico in corrispondenza del salone passante; alle ali di questa si aprono ritmate tra loro tre finestre incorniciate e sormontate da timpani che alternano quelli triangolari con uno centrale arcuato. Separato ancora da un architrave si trova l’attico con le tipiche finestre quadrate che palesano la sua funzione originaria di granaio, ma qui il loro monotono ritmo è interrotto nella parte soprastante la loggia del piano nobile da un’analoga serie di lesene di ordine dorico. All’edificio centrale si affiancano sui due lati altrettante barchesse che ricordano esplicitamente la funzione prettamente agricola del complesso e non presentano particolari pregi.

VILLA CARRER |16th-18th century
East of Contarina

The present neoclassical building is the result of a restoration of the entire corte after the disastrous 1725 Po flood which seriously damaged the sixteenth-century Ca’, owned for a long time by the Contarinis. This grandiose building is now a hotel.

Cenni storici

L’edificio principale, così come appare oggi, si vuole sia il risultato di un rifacimento, in chiave neoclassica, commissionato, secondo Canova, ripreso da Semenzato, da tale Carrer nel 1817 della corte portata in dote dalla moglie, una non meglio specificata Contarini, fonte non verificata e su cui è lecito dubitare dato che i Carrer semmai subentrano nella proprietà solo nel 1894 in seguito a matrimonio tra una Nicoletti, comproprietaria, e un Carrer.

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Le radici della villa ci riconducono sicuramente ai Contarini del ramo da San Stin la cui presenza nel distretto di Loreo è abbondantemente attestata, quali proprietari di vasti appezzamenti almeno fin dal 1543 con Alvise e Simone Contarini.  Ancora nella Condizione di Decima del 1582 i fratelli Alvise e Simone di Giovanbattista affermano di possedere “… in loredo alcuni lochi de sabioni acquistati dall’oficio alle acque di qual non si cava cosa alcuna…” ma non si accenna a case o casoni, nè vi è menzione di edifici in altri documenti coevi. Nel 1665 i Contarini chiedono al Vescovo di Chioggia lo juspatronato sulla chiesa di San Bartolomeo separandola dalla parrocchia di Loreo, il che consente di ipotizzare a quella data la presenza di una casa dominicale con un’originaria funzione agricola “…che l’ampiezza dei rustici potrebbe confermare …” . La carta di Domenico Piccoli, viceproto dei Savi Esecutori alle Acque, datata 22 giugno 1698, ci descrive un complesso denominato Ca’ Contarini con una corte cinta da mura, interrotte in corrispondenza dell’affaccio sul Po, attraversate da una carrareccia collegante la riva sinistra del Taglio Novo, in prossimità della quale si ergeva il complesso, con l’alveo del Po di Scirocco. Il centro della corte, perpendicolarmente alla carrareccia, appare occupato dalla casa dominicale, rappresentata come una sorta di edificio a torre, sui cui lati si appoggiano le barchesse; intorno ad essi si sviluppa un cortile che si allarga in corrispondenza della piccola chiesa, probabilmente l’originaria cappella gentilizia, in una posizione totalmente indipendente dalla villa ma in asse con l’approdo sul fiume.

Tale rappresentazione viene riproposta invariata in un documento anonimo degli Inquisitori di Stato redatto per testimoniare l’avvenuta rotta del Taglio Novo nel 1725 di fronte a Ca’ Contarini, rotta che causò non pochi danni come testimonia la Condizione di Decima presentata da Simone di Alvise nel 1740, in cui si lamentano i danni e la necessità di riedificare la chiesa di San Bartolomeo che fu ricostruita parallelamente alla casa dominicale già un anno dopo la rotta. Dalla stima eseguita dal pubblico perito Filippo Rossi il 18 giugno 1766 in seguito alla richiesta inoltrata da Giulio, Antonio, Giovanbattista e Pietro fratelli Contarini figli del defunto Simone per la divisione dei suddetti beni, emerge che i Contarini possiedono: due fornaci, un forno da pane, un’osteria, una bottega “de casolin” e varie altre botteghe da “tintor, spezier, mercer, callegher, beccher”: in pratica l’abitato di Contarina. Non vi si accenna all’eventuale ricostruzione della casa dominicale, che potrebbe essere avvenuta tra tale data e il 1793, quando viene nominata relativamente all’eredità paterna nell’inventario chiesto il 4 dicembre 1793 ai Giudici di Petizion da Giovanbattista di Simone: Casa Dominicale, barchesse et altre adiacenze Case Coloniche, Casoli, Casoni et altre Pertinenze et Campi Alti Arativi, Medi Prativi, Bassi Prativi, Ridotti o da Ridursi a Risara Osteria, Fornaci, et altre Case e Botteghe. Qualcosa di importante avviene tra tale data e il 1845 quando nel Catasto austriaco di Contarina la villa è descritta nel foglio 10 al mapp.653 come casa allibrata all’Erario civile ramo pubbliche costruzioni, amministratore temporaneo dei beni di Serafino Cerin fu Vincenzo. Nel 1876 diventano pieni proprietari Serafino Cerin fu Vincenzo, la nob. Elisabetta Mantovani fu Costantino ved. Piovene e Vittorio Nicoletti di Pietro. Alla morte di Serafino, lo stesso anno, al padre subentrano le figlie Elisabetta, Claudia, Teresa e Adelaide. Nel 1894 unica proprietaria resta Virginia Nicoletti di Vittorio maritata Carrer di Vicenza.

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Curiosità

Giovanbattista Contarini, fu Simone del fu Alvise, morì il 20 novembre 1563 all’ora 5a (le 21.30) “accopato da un camin che cadé”.

“La Villa era talmente sfarzosa che in paese era chiamata “il Paradiso”: si diceva, infatti, che qui regnassero abbondanza e felicità. Si narra inoltre che nel suo salone si ritrovassero i più illustri personaggi dell’epoca, attratti dalla figura del filosofo Rosmini (reso poi Santo) che, amico della famiglia Carrer, amava qui soggiornare e che l’intera Villa fosse sicuro rifugio degli intellettuali illuministi” (notizia assai dubbia visto che i Carrer compaiono la prima volta a fine ‘800).

Galleria

Una storia secolare

Contarini (da San Stin)

I Contarini sono annoverati tra le più nobili casate ascritte al patriziato veneziano, compresa fra le antichissime famiglie apostoliche che abitarono le isole della laguna, che diedero nove dogi e diverse altre personalità di rilievo come ecclesiastici, politici e militari. Si distinguono diversi rami tra cui: del Naso, dagli Scrigni, dal Zaffo, del Bovolo, della Porta di ferro di S. Silvestro e il ramo legato a Ca’ Carrer, quello dei Contarini da San Stin che vedono tra i suoi esponenti quel Giovanbattista morto nel 1563 per la caduta di un camino. Probabilmente era stato questi, in consorzio con i Priuli e i Venier, ad avviare le acquisizioni fondiarie deltizie nella prima metà del XVI secolo, acquisizioni proseguite dalla consorte Marietta Gritti di Alessandro. Ai figli Alvise e Simone si richiamano i primi documenti che ricordano la presenza della famiglia nell’area che da loro mutuerà il nome di Contarina. Ai nipoti in linea retta di Alvise, Simone e Giovanni si può invece attribuire la costruzione della casa padronale che poi passerà ai figli di Alvise di Piero e in particolare a Simone che sposa nel 1722 Marietta Giustinian, e da questi ai figli Giovanbattista, che sposerà Chiara Piovene di Coriolano, l’abate Piero e Giulio Antonio.

M. Barbaro, Arbori di Patritii veneti, 1751-1800 (Genealogie Barbaro), ms in ASVe, Miscellanea Codici, 4966. 001. Serie Storia veneta bb. 17-23. Particolare albero Contarini da San Stin.

Scheda a cura di: Luigi Contegiacomo