Corte Retinella

Via Retinella oltre il ponte sul canale omonimo, località Retinella, Loreo, Rovigo.

Visitabile solo esternamente

Della corte sette-ottocentesca oggi resta molto poco: la piccola chiesa; parte dell’edificio a ponente della stessa; il corpo L dell’edificio a levante e la parte più orientale del lungo edificio parallelo al canale. Le condizioni in cui versano le fabbriche rendono difficile, praticamente impossibile, una lettura degli elementi architettonici degli edifici stessi.

CORTE RETINELLA | 16th - 17th century
Retinella locality

This “Corte” was part of the vast possessions of the Venetian patrician Loredan family. These passed it to the Querinis in 1514, then to the Contarinis in 1617, then to the Tiepolos in 1799, and finally, between 1811 and 1841, to the Papadapolis. Although it is heavily.

Cenni storici

La corte rientrava nei vasti possedimenti della famiglia patrizia veneziana dei Loredan da San Silvestro, e passeranno, nel 1514, al casato dei Querini da San Polo, in seguito al matrimonio tra Paola Loredan di Bernardo e Francesco Querini di Ismerio..

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Un altro matrimonio sarà alla base del passaggio della proprietà tra i Querini e i Contarini da San Francesco della Vigna detti dalle Porte di Ferro: nel 1617 Nicolò Contarini di Bertuccio e Giulia Querini di Alessandro convoleranno a nozze. I Contarini, che resteranno proprietari della tenuta fino al 1799 quando Nicolò III di Alvise si spegnerà senza eredi, sposteranno il baricentro della tenuta dalla località le Motte alla riva destra della Fusa di fronte alla confluenza della Retinella. Qui edificarono la corte composta da: oratorio, due edifici sul fronte arginale – quello più orientale dotato di barchessa ad esso perpendicolare, a levante l’oratorio – ed altri due edifici a ponente dello stesso. Alla morte di Nicolò III Contarini i beni passeranno, per volontà testamentaria, ai fratelli Giovanni Domenico Almorò e Alvise Tiepolo da Sant’Aponal. Ai fratelli Tiepolo va probabilmente attribuito l’ampliamento della corte con l’edificazione di una nuova barchessa perpendicolare al primo edificio ad est dell’oratorio, costruendo quindi due spazi chiusi tra edifici a L e a C, ai lati della carrareccia d’accesso, e un edificio in linea lungo l’argine a occidente dell’oratorio. La tenuta, come altre proprietà Tiepolo nel Delta, passerà tra il 1811 e il 1841 a Giovanni Battista Papadapoli.

Curiosità

Nicolò III Contarini fu vittima di un raggiro ad opera dei signori Bernardo Vanni e Giovanni Battista Viviani, i quali prima nel marzo del 1798, poi a novembre dello stesso anno, stipularono con l’ottantacinquenne cieco patrizio due contratti di locazione ventiseiennali aventi per oggetto uno la tenuta di San Nicolò e il secondo i possedimenti a Retinella di Loreo in località Schiappe, il cui canone annuo era inferiore ad un terzo della reale rendita. Contro i Vanni – Viviani farà causa Gian Domenico Ermolao Tiepolo, succeduto, unitamente al fratello Alvise, a Nicolò III il 2 settembre 1799.  

Galleria

Una storia secolare

Loredan da San Silvestro

Tra gli anni Settanta del XV secolo e la prima metà del secolo successivo la Comunità di Loreo concede a livello ampi territori a casati patrizi veneziani. Le terre sulla riva sinistra del Po delle Fornaci, dal Fusa fino a Mazzorno Sinistro, risultano, nel 1537 di proprietà di Paola Loredan, vedova di Francesco Querini, la quale dichiara, nella condizione di decima, sorta di denuncia dei redditi, del 1537 che queste terre, lasciatele dal padre Bernardo di Alvise morto nel 1528, non rendon nulla “… per esser sottoposte all’impeto et pericolo de li potentissimi fiumi de Po et de Ladese …”, il che fa supporre che non vi fossero presenti edifici come sembra indicare anche la mappa di Antonio Glisenti, datata 1587 ma che raffigura il territorio deltizio antecedentemente alla sua stesura.

Querini da San Polo

Nel 1582 Alessandro Querini di Marcantonio fu Ismerio, nipote di Paola Loredan, dichiara, nella condizione di decima del 1582, di possedere “Nella villa di Mazzorno sotto Loreo alcuni luoghi boschivi, vallivi, et paludosi con una casa …”. Sembra dunque che questi terreni, pur ancora scarsamente produttivi “… per esser ogni ano affondati dalle acque del Po …”, siano interessati da investimenti fondiari con la costruzione anche di un edificio, ben visibile nella mappa disegnata da mano anonima nell’aprile 1615, nove mesi prima della morte di Alessandro (gennaio 1615 m.v.). Non avendo altri eredi – l’unico figlio maschio Marcantonio muore nel 1597 – ad Alessandro subentra la figlia Giulia che, in terze nozze, sposerà nel 1617 il vedovo Nicolò Contarini q. Bertuccio, portando in dote i possedimenti deltizi.

M. Barbaro, Genealogie di famiglie veneziane, 1751-1800 (ms. in Biblioteca del Museo Correr di Venezia, Cicogna 3622). Particolare dell’albero Querini.

Contarini da San Francesco della Vigna detti dalle Porte di Ferro

 

La Casa dei Contarini subentrerà ai Querini nel 1617 in seguito al matrimonio tra il vedovo Nicolò Contarini di Bertuccio q. Francesco – fratello del doge Francesco e padre del doge Alvise, figlio di primo letto – e Giulia Querini vedova Morosini e vedova Renier, come si evince dalla mappa disegnata il 3 agosto 1618 da Giovanni Alvise Galesi. La tenuta alle Motte era probabilmente assai estesa, compresa tra Cavanella Po, il Canale di Adria (oggi Canal Bianco), la Fusa e il Po, come riportato dall’arch. Giorgio Fossati nel suo Catastico di Loreo (1761).

M. Barbaro, Genealogie di famiglie veneziane, 1751-1800 (ms. in Biblioteca del Museo Correr di Venezia, Cicogna 3622). Particolare dell’albero Contarini.

Tiepolo da Sant’Aponal

 

I fratelli Tiepolo, Giacomo e Giovanni Domenico Almorò di Alvise q. Francesco, nel 1799 entrano in possesso, unitamente all’intera tenuta denominata Retinella, dei beni alle Motte grazie al lascito testamentario di Nicolò III Contarini,. La corte Retinella risulta nel 1811 ancora proprietà Tiepolo. Tra il 1811 e il 1841 i Tiepolo, probabilmente nelle persone di Alvise Almorò e Nicolò Almorò figli di Giovanni Domenico Almorò, come risulta dal Catasto Austriaco 1841 (comune censuario Retinella e Uniti, mapp 221 e 222), venderanno l’intera proprietà al nobile Giovanni Battista Papadopoli di Nicolò.

Papadopoli

 

Famiglia originaria dell’isola di Candia che ebbe alto rango nobiliare nell’Impero d’Oriente; trasferitasi nel sec. XVI a Corfù, passò poi a Padova nel 1669, all’indomani della presa di Creta da parte degli Ottomani, con Giovanni il cui figlio Niccolò (1655-1740) fu docente di diritto canonico all’Ateneo patavino e con lui si estinse la linea diretta. Sul finire del sec. XVIII altri membri della casata, i fratelli banchieri e imprenditori Angelo (1772-1833) e il ricchissimo Giovanni (1786-1862), si portarono da Corfù a Venezia, San Polo, dove Angelo ottenne la cittadinanza nel 1791, nobiltà confermata nel 1821 e accresciuta col titolo comitale nel 1858. Degni di menzione sono soprattutto i figli di Giovanni, Nicolò (Venezia 1841 – Roma 1922), patriota e senatore, che nel 1905 ottenne l’autorizzazione di aggiungere al cognome di P. quello materno di Aldobrandini, e Angelo (Venezia 1843 – Roma 1919), grande bonificatore, patriota, deputato, fautore della rinascita agricola del Polesine. L’Azienda Papadopoli di Retinella divenne tra il finire dell’800 e i primi decenni del secolo successivo un modello invidiato e imitato tanto da conquistare una preziosa medaglia d’argento alla grande Esposizione mondiale di Parigi 1878 con modelli e progetti innovativi della tenuta.

Scheda a cura diStefano Turolla