Ca’ Zanchi

Via Tornova, 3398, località Tornova, Loreo, Rovigo.

In stato di abbandono, Proprietà Vianelli

Il complesso sorge sull’alveo abbandonato e interrato del fiume Adige, dove nel 1725 è stato eseguito il Taglio della Chiozzola per raddrizzarne il corso. E’ costituito dalla casa padronale (in notevole degrado), dalle scuderie, da due edifici adibiti a residenze per i salariati, da un magazzino e da una cappella gentilizia. L’area degli edifici è circondata da un muro di cinta in laterizio. La grande aia di forma trapezoidale è lastricata in cemento parzialmente contornata da un cordolo, in cotto sagomato a toro. L’ingresso è connotato da due pilastri, sul retro c’è un giardino.  La casa padronale, orientata a sud, è composta da un corpo centrale e da due brevi ali arretrate e si sviluppa su due piani con un sottotetto. Le forature sono dotate di architrave e da cornici in cotto e al piano nobile sono arricchite da un frontone centinato. Il settore centrale è caratterizzato da un portale d’accesso ad arco a tutto sesto con cornice in cotto intonacata. Di fronte all’ingresso è presente una breve scalinata semicircolare. Al piano nobile si apre un portale ad arco, sormontato da un fastigio orizzontale, al di sopra del quale spicca lo stemma della famiglia  Zanchi. Il portale è  affiancato da due portali architravati dotati di un frontone triangolare. Le tre aperture conducono a un balcone in pietra lavorata, con parapetto in ferro battuto. Gli angoli dell’edificio sono rafforzati da bugne in intonaco, mentre l’intonaco delle murature è di colore rosso scuro. L’interno, nonostante i gravi danni subiti nella seconda guerra mondiale, presenta una scala in pietra con soffitto voltato, camini e soffitti affrescati con pitture policrome. E’ presente un busto raffigurante un personaggio togato, mentre sul soffitto, in parte crollato, è presente lo stemma della famiglia Vianelli. Le scuderie si sviluppano su due piani. Il pian terreno è dotato di un porticato a quattro arcate a tutto sesto, il piano superiore è destinato a granaio. Due arcate sono state tamponate per ricavarne altrettante porte. La chiesetta, dedicata alla Madonna del Rosario, è collegata alla vicina abitazione rurale da una piccola sacrestia. La facciata è incorniciata da paraste che reggono una trabeazione sulla quale poggia un timpano. Sui lati occidentale e orientale si aprono due lunette. Il bel portale di accesso, ad arco a tutto sesto, è dotato di una cornice modonata, provvista di capitelli, di una chiave di volta e di un fastigio orizzontale; vi si accede da una breve rampa di gradini in pietra. Sull’angolo sud ovest è posta una piccola torre campanaria. Il pavimento interno è in cotto e in pietra tufacea.  La casa dei salariati, adiacente alla casa padronale, a due piani, presenta il fronte principale rivolto verso la grande aia, arricchito dalle cornici in pietra delle finestre e da un portale di accesso ad arco a tutto sesto. L’altra casa per i salariati, di probabile origine ottocentesca, si sviluppa anch’essa su due piani e presenta una copertura a due falde. Il magazzino, leggermente più basso, si sviluppa su due piani e forma un unico corpo con la casa dei salariati. Il fronte principale è arricchito da due camini e da un quadrato dipinto con meridiana.

 

VILLA ZANCHI VIANELLI | 1770
Tornova by Loreo

The Bergamo nobleman Francesco Bon Zanchi had it built in 1770. In the first half of the 19th century it passed to the Nordios and then in 1875 to the Vianellis, both noble families from Chioggia. It is still fascinating and elegant, even if uninhabited for decades.

Cenni storici

Un mosaico sugli scalini del primo piano riporta in numeri romani l’anno di edificazione: MDCCLXX (1770)…

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In una mappa del 1733 si notano soltanto una piccola chiesa e una torre compresa in una cinta muraria. Nel Catastico del Dogado di Loreo del 1740 risulta che “Bon Zanchi da Venezia”, in realtà bergamasco, gode il bene “per salario da Capitanio” e detiene in affitto da Gasparo Dolfin e da Daniele e f.lli Bragadin, Alvise e f.lli Corner, Lorenzo e f.lli Capello e Giustinian Donà la ”Pallada della Torre Nuova”. Sarà presumibilmente Francesco Bon di Giovanni a erigere la villa e gli annessi nel 1770, collocando in facciata lo stemma di famiglia, che lega così il suo nome alla stessa località, se il Bellemo nel 1893 riporta che “Tornova è ora Volta Zanchi”. Nel Catasto napoleonico del 1811 il mappale 737, corrispondente alla villa, è allibrato come casa di propria abitazione (dotata di grande giardino) dei figli del fu Giovanni: Simone, Bon e Francesco, la cui figlia Marianna Zanchi sposa Antonio Leopardi di Francesco. Annesso al prestigioso edificio è l’Oratorio privato (mappale 732). Nel Catasto austriaco del 1852 il complesso è ora definito fabbricato per azienda rurale e risulta censito con gli edifici attuali collocati nella medesima disposizione in cui li vediamo oggi. Proprietari sono Giovanni Nordio fu Andrea, cognato di Marianna Zanchi, e marito dell’adriese Maria Giuseppa Vianello di Bartolomeo, e i figli Andrea, Buono e Antonio Nordio livellari a Diego Baruffaldi. Nel 1853, morto il padre, resta proprietario il solo Buono che nel 1870 cede il bene alla madre Giuseppina Vianello. Nel 1874 in seguito ad asta giudiziale acquista certo Francesco Ostani che l’anno dopo vende la proprietà al conte Carlo Vianelli fu Andrea di Chioggia, cui subentrerà nel 1888 il figlio Galeazzo Andrea, grande bonificatore cui si lega la nascita del centro balneare di Rosolina. L’immobile, utilizzato come sede di un quartiere generale tedesco durante la seconda guerra mondiale, è pressoché disabitato dal 1951, allorchè i proprietari si trasferirono a Chioggia dopo aver ospitato alcuni alluvionati e i loro animali, limitandosi negli anni successivi ad alcune aperture occasionali. In alcuni annessi abitano ancora dipendenti dei Vianelli addetti ai lavori nella tenuta.

Curiosità

Per indicare le vastissime proprietà dei Vianelli nel Chioggiotto e nel Delta si usava comunemente il detto “come el conte Vianelli, che comanda tre onde in mare”, similitudine in realtà attribuita anche ad altri grandi latifondisti della zona.

Desta una certa curiosità la presenza dei due medaglioni sulla facciata della villa, simmetrici rispetto al portale,  raffiguranti due condottieri in abiti civili, il primo sicuramente, come si evince dalla scritta sul medaglione, il celeberrimo Bartolomeo Colleoni, bergamasco come gli Zanchi, il secondo forse Francesco Sforza, valente capitano di ventura e signore di Milano. La scelta dei due illustri personaggi d’armi si lega probabilmente alla carica di “capitano” che rivestiva Bon Zanchi, forse committente della villa, che in tal modo pone sotto la loro egida la casata.

Una storia secolare

Zanchi

Nobile famiglia di origine bergamasca che annovera numerosi condottieri e uomini politici. Bon Francesco Zanchi, quasi certamente nipote di quel Bon Zanchi “capitano”, probabile committente della trasformazione dell’edificio preesistente in villa, e che l’aveva goduta in vita a titolo di salario per la propria carica, era nel 1811 nel Consiglio comunale della città di Loreo insieme ad Almorò Tiepolo, Felice Renier, Antonio Francesco Capello e Ferrante Pulli, non a caso tutti proprietari di innumerevoli beni nel Dogado. Sarà la figlia di questi, sposata ad un Leopardi, a cedere presumibilmente prima del 1845 la tenuta ai Nordio, con cui era imparentata.

 

Nordio

La casata è originaria del Trevigiano. Secondo la tradizione il cognome, attestato a Chioggia sin dal sec.XIII, sarebbe di origine longobarda o nordica legato al nome personale germanico North. E’ tra i quattro cognomi più diffusi nella città lagunare (alla fine dell’ottocento ben 165 famiglie e oltre 560 individui con una miriade di soprannomi e nomignoli) seppur presente anche a Padova, Venezia, Rovigo e Comacchio. Fin dal Seicento alcuni membri della casata gestivano valli salse nel Ferrarese e a loro era legato il Bosco di Fossone che ne avrebbe mutuato il nome, e da questo si sarebbero probabilmente estesi alla parte nord del Delta polesano tra Adige e Po di Levante, da Loreo a Rosolina. Di loro, il cui primo insediamento a Chioggia pare fosse nel Sestiere di S. Maria, nella contrada che ancora è nota come “Contrà Nordio”, resta traccia anche in altri toponimi claudensi come “Calle Squeri Nordio” (che lo collega alla cantieristica nautica ma anche allo stemma che nella parte bassa pare rappresentare un cavalletto in uso negli squeri). Giovanni Nordio fu Andrea, cognato di Marianna Zanchi e marito dell’adriese Maria Giuseppa Vianello di Bartolomeo, subentrerà agli  Zanchi a Tornova di Loreo divenendo nei primi decenni dell’ottocento proprietario di quella tenuta con i figli Andrea, Buono e Antonio Nordio, come lo sarà di quella di Rosolina a Caleri. Nel 1853, morto il padre, resterà proprietario il solo Buono che nel 1870 cederà la ca’ di Loreo alla madre Giuseppina Vianello.

 

Vianelli

Nobile famiglia di Chioggia, attestata almeno dal trecento come livellari di altre famiglie nobili. Imparentata nel tempo con i Corner, i Ballaran, i Costantini Ferretti, la casata fece parte dei consigli nobili cittadini e tra loro si distinsero uomini d’armi, di chiesa, di legge, scienze e lettere, alcuni dei quali ricoprirono ruoli importanti nella Serenissima. In Chioggia è ancora oggi intitolata loro una calle. Assegnatari a metà settecento nell’area intorno a Rosolina di vaste proprietà demaniali, a inizi ottocento possedevano terre e valli che andavano dalle foci dell’Adige a quelle del Po di Maistra e nel corso del secolo estendevano il patrimonio immobiliare acquistando vari beni sotto Loreo al pari dei parenti Nordio, anch’essi chioggiotti. Tra i componenti della famiglia si ricorda, per il legame con il Delta del Po e con Loreo in particolare Carlo Vianelli fu Andrea di Chioggia, che acquista la tenuta di Tornova nel 1875 lasciandola poi nel 1888 al figlio avuto da Maria Brusamini nel 1851, Galeazzo Andrea, grande bonificatore e marito di Giuseppina Tiozzo, di antica casata chioggiotta. Il figlio Ugo (1908-1992), fratello di Gino Carlo (1907-1966), anch’egli bonificatore e imprenditore accorto, gestirà a lungo con il nipote Gian Galeazzo, figlio di Gino Carlo, le vastissime tenute di famiglia, facendo di Rosolina una importante località turistica.

 

Scheda a cura diLara Girotti