Ca’ Farsetti

Via Tangenziale 6/8, Ca’ Tiepolo, Porto Tolle, Rovigo.

 

Visitabile solo esternamente

 Delle fabbriche realizzate dai Farsetti tra il 1657 e il 1797 restano oggi solamente, e non si sa fino che punto compromesse, quelle corrispondenti al complesso rurale. In particolare il corpo centrale dell’attuale casa padronale sembra si possa, con ragionevole approssimazione, ricondurre alla casa presente già in una mappa del 1673. Trattasi di un edificio a pianta rettangolare con rapporto molto marcato tra i lati minori e quelli maggiori, caratterizzato da due saloni centrali passanti sui quali si aprono le varie stanze sia al piano terreno che a quello nobile, palesati all’esterno, nella sola facciata settentrionale, da due porte  sovrapposte, delle quali la prima è  architravata, mentre la seconda risulta sormontata da un arco a tutto sesto e si apre su un poggiolo balaustrato. Il prospetto si chiude con le classiche finestre quadrate del granaio. Il fronte meridionale, privo di qualsiasi elemento che denunci la presenza del salone passante, si apriva  su un’aia, probabilmente originariamente in mattoni, poi in cemento, di cui restano alcune tracce. I restanti edifici affiancati sono da identificare con probabili barchesse di cui certamente la casa dominicale era dotata ma che oggi risultano talmente rimaneggiate da rendere impossibile qualsiasi identificazione; così pure per la chiesetta la cui origine potrebbe essere ricondotta alla cappella gentilizia certamente presente in una famiglia tanto devota quale appunto quella dei Farsetti che vantava tra le proprie fila numerosi chierici. Attualmente il complesso è interessato da un restauro, pertanto non accessibile.

CA’ FARSETTI | 1657-1697
Alba by Ca’ Tiepolo

It was built by Antonio Francesco Farsetti as the focal point of the vast delta properties he had won at the 1657 auction. This Ca ‘can be dated between 1657 and 1697. In addition to the corte, the Farsettis owned a tavern, a furnace and other rural buildings a little further south. These, together with the church dedicated to the Blessed Virgin of Carmel (completed in 1698), constituted the early stage of the Donzella village. It is now under renovation.

Cenni storici

All’asta del 1657 queste terre vengono assegnate a Antonio Francesco Farsetti e resteranno ai Farsetti probabilmente fino agli anni ‘80 del XVIII secolo…

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…quando potrebbero rientrare nella dote di Gaetana Farsetti  di Daniele Filippo fu Antonio Francesco – che ne risulta proprietaria nei Sommarioni Napoleonici (1811) – data in sposa a Giovanni Battista Baccanello. Antonio Francesco fece erigere, probabilmente quale baricentro della sua tenuta, una casa dominicale sulla riva destra del Po Grande poco ad est di dove da questo si stacca il ramo della Donzella: una posizione strategica che permise anche la costruzione di un molo alla biforcazione del fiume. Questa, dalle mappe pervenuteci, sembra fosse originariamente costituita da un edificio a più piani affiancato a sud da una fabbrica più bassa, probabilmente una barchessa. Oltre alla corte, i Farsetti possedevano, poco più a sud, un’osteria, una fornace e altri edifici rurali e nel 1697 i fratelli Filippo e Maffeo di Antonio Francesco ottennero il juspatronato e la concessione ad edificare una chiesa intitolata alla Beata Vergine del Carmine ultimata l’anno successivo, completando così l’embrionale villaggio della Donzella.

 

Curiosità

  Nell’estate del 1983, grazie a una secca eccezionale del Po di Gnocca, su iniziativa di alcuni abitanti di Porto Tolle, in particolare di Claudio Modena, è stata riportata alla luce la statua di Antonio Francesco Farsetti, che si trovava, insieme ai ruderi della vecchia chiesa, nel greto del fiume; ci furono vertenze giudiziarie che si sono poi risolte. Attualmente la statua, opera attribuita a Giovanni Maria Morlaiter (1699- 1781), è collocata in una piazza di Donzella, sistemata a cura della Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Sul basamento l’iscrizione: “D.O.M. Antonio Francisco Farsetti PAT. VEN. benefattori et patrono. Orate pro eo.”. Della vecchia chiesa, demolita per ragioni idrauliche nel 1961, si conservano vecchie foto.

Galleria

Una storia secolare

Farsetti da San Luca

Probabilmente tra i principali sostenitori della cordata che portò all’acquisizione delle Alluvioni nuove all’asta del 1657, Antonio Francesco Farsetti entrò nel patriziato marciano il 10 agosto 1664 con l’esborso di 150 mila ducati “in libero dono” e altri 50 mila “in crediti che aveva col Publico”, dopo aver servito come Tesoriere segreto di Papa Urbano VIII. All’asta del 1657 gli vennero assegnate numerose prese dal Po di Levante, riva sinistra, a quello di Goro, riva destra, per oltre 7.000 campi.  Sposato con Eugenia Pania nel 1638, avrà sei figli maschi con un debole per Maffeo, prelato romano in servizio presso la Curia romana, al quale lascerà quasi tutti i suoi beni. Antonfrancesco muore il 14 novembre 1678 e verrà tumulato nella chiesa delle monache di San Marco. Dopo la Morte di Maffeo, i beni passeranno al nipote Antonfrancesco, figlio del fratello Filippo e di Laura Valier, che, sposatosi con Marina Foscari nel 1700, avrà quattro figli maschi. Nel 1708 Federico II di Danimarca gli  concederà il cavalierato confermato successivamente dal Senato veneto Dal Catastico del dogado di Loreo risulta che Filippo Farsetti, di Antonio Francesco cavaliere fu Filippo, affitta in villa di Rosolina una casa ad uso di osteria e 130 campi di valli per lo più inutili, e in villa della Donzella 280 campi arativi prativi e vallivi più una mandria di cavalli. A questi beni vanno aggiunti quelli che “tiene in casa” cioè che non affitta, come la casa dominicale sulla riva sinistra del Po della Donzella laddove questo si stacca dal Po grande. La tenuta della Donzella passa poi ai Baccanello, in forza del matrimonio tra Giovanni Battista e Gaetana Farsetti di Daniele Filippo fu Antonio Francesco.

M. Barbaro, Arbori di Patritii veneti, 1751-1800 (Genealogie Barbaro), ms in ASVe, Miscellanea Codici, 4966. 001. Serie Storia veneta bb. 17-23. Particolare dell’albero Farsetti.

Scheda a cura di: Stefano Turolla