Ca’ Correggio

frazione di Villaregia, Porto Viro (Rovigo), sulla destra lungo la strada che conduce a Ca’ Pisani e, passato il ponte, a Ca’ Venier nei pressi del Po di Venezia.

Visitabile solo esternamente

L’edificio si trova collocato a fianco della chiesa della Beata Vergine della Cintura, luogo di culto costruito nel corso del XVII secolo, in seguito rimaneggiato: la facciata, infatti, è di recente edificazione. Frutto di interventi attuati in epoche differenti, il complesso è formato da un corpo padronale attorno al quale si dispongono vari annessi. L’edificio principale, a pianta rettangolare, si dispone su tre livelli e non ha particolari motivi decorativi. Il fronte principale, rivolto verso un giardino e un’aia, presenta al centro un portale d’ingresso con arco a tutto sesto affiancato da finestre architravate disposte in ordine simmetrico. Il piano nobile presenta la stessa ripartizione del livello inferiore, con grande apertura centrale caratterizzata da un’arcata a tutto sesto con balaustra in ferro. Il sottotetto, un tempo adibito a granaio, si contraddistingue per la presenza di sei piccole aperture quadrate. La copertura è a padiglione e l’assetto planimetrico interno corrisponde a quello interno. Per quanto concerne i fabbricati adiacenti, nulla sembra ricondurre alle schematiche rappresentazioni fornite nelle mappe e disegni sei-settecenteschi.

 

CA’ CORREGGIO  

The building, located next to the church of the Beata Vergine della Cintura (Blessed Virgin of the Belt, 17th century), has undergone many alterations over time, including the façade. Originally Villaregia was known as Ca ‘Correggio, from the name of the noble Venetian family,the “San Cassan” branch of the Correggios, who bought those alluvial lands in 1657-1659 to reclaim them. The Ca ‘ was erected by Agostino Orazio between 1657 and 1673. It later passed to the Grittis, another noble venetian family, who kept it throughout the 19th century.

Cenni storici

Il nome antico della località di Villaregia era Ca’ Correggio, dal nome della famiglia patrizia veneziana che possedeva il fondo terriero, i Correggio del ramo da “San Cassan”. Durante le aste di terreni alluvionali del 1657-1659, Agostino Correggio acquistò in quel territorio 1580 campi, di cui 1373 “di qua dal Po Lungo dietro il taglio di pertiche 770 con sue fabbriche” e 207 campi “di la dal Po Lungo dietro il ramo della Donzella pertiche 194 con la metà dell’acqua per mezzo il Polesine di mezzo”

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Agostino Orazio fece costruire l’edificio tra il 1657 e il 1673, anno al quale risale la prima testimonianza cartografica dello stesso. Anche se in questa la raffigurazione del fabbricato appare piuttosto stilizzata, si nota la presenza di una croce, a indicare un luogo di culto. I Correggio attuarono, come di consueto per i possidenti veneziani, un’ampia opera di bonifica, trasformando il fondo in un complesso rurale lavorato da coloni del luogo. Nel disegno redatto nel 1697 dal Magistrato alle Acque Angelo Gornizai è possibile notare che la struttura è composta da un corpo dominicale sviluppato su due piani con ai lati un annesso rustico e un oratorio. Nella mappa del Giacomelli datata 1734 il fondo viene nominato “Villa Reggia del Nobile Correggio”. In quella dallo stesso compilata l’anno successivo è raffigurato un edificio padronale rettangolare con la chiesa posta sul retro. Nel Catasto napoleonico la “casa di villeggiatura” appartiene al conte Fabio (Giuseppe) Gritti di Giovanni. Una trentina di anni dopo la proprietà è ormai passata al figlio del precedente, il conte Giovanni Gritti, minore di età e quindi in tutela di Andrea Giovanelli. Alla sua scomparsa il complesso è dei figli di Giovanni,  i quali nel 1872 a loro volta fanno le divisioni lasciando il bene a una delle sorelle, la contessa Maria sposata al marchese Vittorio Federici. 

Curiosità

Agostino, zio del committente della ca’ di Villareggia, era uno dei devoti nobili veneziani che avevano acquistato nel 1644 l’isola di San Clemente per collocarvi gli eremiti camaldolesi. Sfortunato fu il fratello del committente, Pietro Antonio Maria, ucciso appena ventisettenne da un’archibugiata. Una delle sorelle di Agostino Orazio, Cristina, sposò Alessandro Gritti di Ottaviano e assieme alla cognata Cornelia Giustinian avrebbe dato non poche gatte da pelare agli eredi napoletani dopo la morte del figlio di quest’ultima e nipote della prima, Giovan Donato Agostino II, morto suicida in casa nel 1740, provocando una lunga lite risolta infine dal consiglio dei XL sulla base del testamento del capostipite.

Galleria

Una storia secolare

Correggio

La famiglia giunse a Venezia dal Bergamasco con Orazio che vi aprì un’importante bottega di cordellami, adottando come proprio emblema tre correggie (cinture). La casata, annoverata tra quelle “fatte per soldo” nel 1646, grazie all’elargizione in occasione della guerra di Candia di ben 100.000 ducati, divenne ben presto tra le più facoltose del nuovo patriziato tanto da acquistare ben presto un prestigioso palazzo sul Canal Grande, dove i figli di Orazio, Giovan Donato (1608-1674)  e Agostino (1604-1678), uomini colti e raffinati, avrebbero raccolto una straordinaria quadreria, tra le più importanti del seicento veneziano. Sarà proprio il figlio di Giovan Donato e di Graziosa Vincenti di Baldissera, Agostino Orazio Correggio “da san Cassian” (1649-1705), a erigere tra il 1657 e il 1673 la ca’ nell’attuale Villaregia, che forse mutua il suo nome dalla stessa casata. Agostino Orazio sposerà nel 1676 Cornelia Giustinian di Francesco da cui avrà  almeno tre figli, ma la ca’ resterà a Giovan Donato Agostino II che sposerà nel 1709 Elisabetta Marcello di Gabriele. Ne avranno in Calle della Regina un solo figlio che premorirà al padre, per cui tutti i beni del loro ramo oramai estinto finiranno intorno al 1738 ai parenti  del ramo napoletano, discendente da Piero, altro figlio del capostipite Orazio, che si era portato a vivere a Napoli.

 

Gritti

Illustre famiglia che rivendica le sue antiche origini in Altino ove alcuni membri si sarebbero rifugiati al tempo delle invasioni barbariche e ben presto annoverata tra il patriziato veneziano.  Tra i membri più illustri è il doge Andrea, eletto nel 1523. Divisa in numerosi rami, tra cui quelli di S. Maria in Zebenigo,  S. Marcilian, S. Moise, figura anche quello di S. Marcuola, che ottenne anche dall’Impero il riconoscimento della nobiltà e il titolo comitale con Francesco Agostino di Giovanni nel 1819. Alessandro, figlio di Ottaviano di Alessandro, sposa nel 1668 Cristina Correggio di Giovan Donato da S. Cassian e ne ha Francesco (1673-1730), primogenito, Ottaviano (1676), Agostino (1681), Andrea (1687) e Alvise (1687). Unico a lasciare una discendenza sarà Francesco, che ricoprirà tutte le più alte cariche della Repubblica e che sposerà nel 1710 Elisabetta Malipiero di Giovanni, da cui avrà Alessandro (1711-1768), marito di Giovanna Loredan e morto senza figli, e Giovanni (1713-1795), ricchissimo e dalla cui sposa, Lodovica Adrianna Bonvicini, avrà tre figli maschi, Francesco Agostino (1756), Alessandro Agostino (1761) e il 22 febbraio 1764 Fabio Giuseppe, che rivestirà il prestigioso incarico di provveditore alla sanità (ministero che rivestirà anche sotto l’Austria).  Fabio Giuseppe sposerà l’1 ottobre 1811 Maria Vacrini e ne avrà il 18 maggio 1816 Giovanni Agostino Venanzio, Enrico, Alessandro, Maria sposata Federici, Giovanna, Sofia, Isabella e Giulia.

Scheda a cura di: Lara Girotti